(Red) – Nei giorni scorsi, dopo aver pubblicato sui social l’articolo afferente la decisione assunta dalla Corte dei Conti romana sul ricorso proposto da Bobbio (https://www.stabiapolis.it/cabina-di-regia-fantasma-bobbio-condannato-con-de-vita-a-restituire-il-tesoretto-stabiese/), ci è stato fatto notare che il sig. Luigi Bobbio aveva commentato il nostro articolo. La redazione intera, ansiosa di leggere il commento rilasciato dal prestigioso ex-magistrato della DDA oggi giudice della sezione immobiliare di Nocera Inferiore, basita, ha dovuto purtroppo costatare che il “sintetico” commento di Bobbio si articolava attraverso una semplice, ma becera, immagine che riproduceva, in maniera inconfondibile, “una mano chiusa con il dito medio alzato”. A dire il vero, l’intenzione era quella di replicare prontamente a quello squallido gesto che, a giudizio dell’intera redazione, risultava essere diretto al contenuto della sentenza espressa da un alto organismo dello Stato Italiano, e nel formulare rapidamente la replica ci si accorse, non senza stupore, che non era possibile poter controbattere in quanto il commento non risultava essere più disponibile in quanto, evidentemente, eliminato. E fu a questo punto che, proprio per non perdere traccia del becero commento, qualcuno decise di salvarlo attraverso un normale screenshot tanto per conservarne prova. I Giudici contabili della Prima Sezione Giurisdizionale Centrale di Roma, nell’accertamento dell’illecito erariale, hanno chiarito in maniera inequivocabile che l’ex sindaco Bobbio ha agito al solo scopo di procurare all’avv. De Vita un indebito vantaggio patrimoniale in violazione di ogni norma di legge.

In definitiva, è stato accertato con facilità, «da una congerie di elementi», quello che viene definito come “dolo intenzionale”, ovvero l’elemento psicologico che, nel gergo penalistico, sorregge le condotte illecite poste in essere con la precisa finalità di commettere il reato. Insomma, sempre secondo i Giudici contabili, la condotta dell’ex sindaco-sceriffo è risultata compatibile con l’atteggiamento di chi agisce con il preciso fine di cagionare un danno ingiusto, alle casse comunali del comune di Castellammare, ovvero un considerevole vantaggio patrimoniale ingiusto per il suo amico, nonché “Compare di nozze”, Francesco De Vita. Si tratta pertanto, sempre secondo l’autorevole giudizio dei togati contabili, della forma di “volontà delittuosa” più grave, intensa e deplorevole, prevista dalla vigente normativa.

L’ex sindaco è a tutt’oggi imputato in un procedimento penale per il delitto di abuso d’ufficio ex art. 323 c.p. la cui integrazione dipende proprio dall’esistenza o meno del dolo intenzionale.

A questo punto la domanda da porsi è la seguente: Ma i giudici penali confermeranno, in sede d’appello, la valutazione compiuta dai giudici di prime cure e avvalorata dai giudici contabili oppure ne ribalteranno l’esito ai fini della responsabilità penale? Per scoprirlo basta solo attendere, tanto settembre è alle porte.

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