(Red) – In rampa di lancio l’interrogazione al Ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, sul caso di Castellammare di Stabia dove nel 2013 ci sarebbe stato un patto elettorale tra il clan D’Alessandro ed un esponente del Partito Democratico. Ad annunciarlo è stato il senatore di Forza Italia Domenico De Siano deciso a vederci chiaro sulla vicenda.

Una situazione che, in maniera strumentale, è stata usata dagli odierni dirigenti del locale PD quale modello di comparazione con una richiesta formulata dal “signor Delle Donne”, inducendo pertanto alla confusione i cittadini e i “politici” della nuova stagione Dem. ad un capobastone locale della camorra stabiese. Tanto, solo nel vacuo tentativo di utilizzare l’intercettazione della richiesta, di tale Delle Donne, avanzata a Sergio Mosca nel corso del colloquio in quel del suo “ufficio” alle Terme nel maggio 2018, di votare per un candidato di Forza Italia, alla stessa stregua, e pretendendo di metterla sullo stesso piano, del colloquio avvenuto tra “l’ansioso e sudaticcio” dirigente del PD e Bellarosa, consumatosi nell’auto di quest’ultimo, alla presenza di un suo parente. Al netto dell’esiguo e ridicolo risultato elettorale conseguito, appena 99 voti totali di preferenza, che in realtà equivalgono ai 91 voti conseguiti in una sola ed unica sezione da una candidata, anch’essa citata nella relazione di scioglimento del Consiglio Comunale, orgogliosamente schierata a sostegno di un ex candidato sindaco, oggi novello “Paladino dell’anticamorra”, e premesso che lo stesso Delle Donne, il quale secondo gli inquirenti risulterebbe organico al clan D’Alessandro, non risulta essere mai stato iscritto al partito di Forza Italia, sovviene naturale domandarsi: “Ma come avrebbe potuto mai il partito del Cavaliere assumere, pur volendo, qualsivoglia tipo di provvedimento per un cittadino di Gragnano MAI ISCRITTO AL PARTITO, sostenitore peraltro dell’ex-sindaco della città della pasta candidato in FI alle comunali stabiesi del 2018, che da sempre aveva manifestato le sue simpatie politiche per il centrosinistra”? Il motivo per cui il Delle Donne avrebbe chiesto, al boss stabiese, di votare per quel candidato a noi non è certamente dato conoscere, ma la strada per poterlo sapere con certezza la conosce molto bene la magistratura; del resto basterebbe solo chiederglielo, visto che risulta coinvolto in prima persona in quella famigerata quanto intricata inchiesta. Al contrario, è d’obbligo per il PD indigeno, che non risulta nuovo a questi episodi (considerato che Romano, Belviso ed altri risultavano iscritti tra le sue fila), fare chiarezza su questo episodio, compresa la denuncia pubblica dell’ex commissario Aitra prodotta nel corso dell’ultimo tesseramento, in quanto nella vicenda (sempre secondo l’inchiesta Cerbero) risulta essere personalmente, oltre che direttamente, coinvolto un DIRIGENTE Dem.

Questi i fatti storicamente accaduti, adesso tocca ai piddini fare chiarezza al loro interno, al netto del lavoro svolto diligentemente dalla Magistratura.    

Cos’è “Cerbero”?

I dettagli dello scellerato “patto” sarebbero emersi nell’ambito dell’inchiesta “Cerbero” e sono stati raccontati qualche giorno fa dal quotidiano Metropolis. Cerbero ha portato già a 35 avvisi di garanzia nei confronti di altrettanti soggetti ritenuti affiliati al clan D’Alessandro di Castellammare. L’indagine è stata effettuata dai carabinieri di Castellammare, coordinati dalla Direzione Distrettuale Antimafia (Dda) di Napoli dal 2011 al 2015. Santini e altro materiale elettorale fu recapitato ad Augusto Bellarosa, esponente del clan camorristico dei D’Alessandro di Castellammare di Stabia, indagato nell’ambito dell’inchiesta Cerbero contro la cosca di Scanzano. Ad assicurarsi dell’arrivo del materiale fu un esponente del Partito Democratico cittadino, al momento non indagato, che incontrò Bellarosa in auto.

A questo punto De Siano chiede: “Chi è dalla parte sana della città?”

Le rivelazioni shock del quotidiano ‘Metropolis’ – ha detto Siano – secondo il quale già nel 2013 vi sarebbe stato un patto elettorale tra i clan di Castellammare e il Pd vanno assolutamente approfondite se si vuole davvero recidere le infiltrazioni, se si vogliono comprendere a fondo le ragioni dello scioglimento e capire davvero chi sta dalla parte sana della città e chi invece ha scelto l’illegalità, la criminalità, la camorra. Presenterò un interrogazione urgente al ministro dell’Interno. – spiega De Siano – Certe semplificazioni e soprattutto certe strumentalizzazioni della sinistra che oggi si guarda bene dal commentare e prendere le distanze da questo gravissimo episodio, non sono accettabili. Serve un’operazione verità – conclude il dirigente azzurro – su quegli anni che portarono la sinistra alla guida della città stabiese, serve un serio approfondimento in Commissione Antimafia”.A questo punto De Siano chiede: “Chi è dalla parte sana della città?”

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