(RED) – Un fine settimana in cui si è aperto un acceso quanto strumentale dibattito a seguito dei fondi insufficienti, ed il relativo stop al restauro, per l’ex Monastero della Pace che, per le ex-opposizioni di Csx, ha rappresentato ancora l’occasione per salire sul “cerasiello” per impartire lezioni all’amministrazione Cimmino che aveva redatto progetto ed interlocuzione politica con la Regione di “don Vicienzo a funtanell” per realizzare l’opera. Tra i più accaniti critici di questa “presunta notizia” figurano l’ex-migliorista candidato sindaco per le civiche, Di Martino, e il segretario della locale sezione del PD, dipendente comunale da qualche mese, Peppe Giordano. Al netto dei soliti e storici “vaneggiamenti” ai quali ci ha abituato il capocuoco, aspirante stellato, molto bizzarra appare la posizione del “dipendente comunale” che, nell’insolita veste di segretario di partito, ha dichiarato: “Lo sviluppo del centro antico passa per quello del porto e, noi del PD, siamo da anni a dire che il porto deve avere una maggiore propensione turistica. La realizzazione di una stazione crocieristica, ovviamente in accordo con Fincantieri, potrebbe rappresentare un volano di sviluppo per l’intero quartiere. Il rilancio del centro antico passa anche dalla creazione di nuove centralità urbane. In questo senso poteva essere una grande possibilità il progetto del Monastero della Pace. Purtroppo i costi sono eccessivi, e rilanciare la struttura per il comune diventa complesso. Solo con un’azione sinergica con la Regione si potrebbe fare qualcosa per il Monastero ed anche per il centro antico”. Una dichiarazione coraggiosa che, in una posizione di presunta incompatibilità per il ruolo lavorativo ricoperto all’interno dell’Ente, potrebbe ingenerare un danno all’immagine della P.A. a cui appartiene ed in contrasto con quanto stabilito dall’art.3 nei primissimi comma della vigente normativa.

A questo punto si può ben affermare che questi personaggi rassomigliano sempre di più a coloro  che sofferenti, e dalla memoria corta, svegliandosi dall’intontimento fingono di ignorare i fatti.

A tal proposito Cimmino ha detto: “Anacronistico e paradossale il solito roboante proclama dei soliti “bene “informati che con la solita oramai sterile e stantia polemica si ergono a tutori addolorati della mancata rinascita del centro antico incolpando la passata amministrazione per “ l’ennesimo fallimento politico “ per “una scarsa visione politica” e per la perdita dei fondi del PNRR.

La vicenda è relativa alla presunta perdita del finanziamento di € 5,2 milioni destinati al recupero dell’ex monastero della Pace di proprietà dell’A.C. sito nel cuore del centro antico, intervento per il quale la Regione Campania avrebbe revocato il finanziamento nell’ambito della programmazione dei PICS.

Preliminarmente va ricordato, alle memorie corte, che proprio in merito a tale programmazione ricadente nel settennio 2014-2020 dei fondi strutturali del PO FESR Campania 2014-2020 ( e non fondi PNRR) che, è bene evidenziare, comprende anche gli interventi del restauro di villa Gabola, della riqualificazione di viale ippocastani e dell’allestimento del polo museale nella reggia di quisisana, l’uscente Amministrazione si era adoperata per recuperare quella ingiustificata e ingiustificabile inerzia e incapacità  delle precedenti Amministrazioni che dal 2014 si sarebbero dovute attivare, programmando le opere, per l’accesso al finanziamento che, grazie al solerte e proficuo impegno profuso della mia Amministrazione, insediatasi come ben noto nel giugno 2018, si è riusciti a ottenere sottoscrivendo nel novembre 2019 l’Accordo di Programma con la Regione Campania, recuperando il notevole improduttivo lasso di tempo intercorso e evitando la perdita di ben 12 milioni di €.

Se di “fallimento politico” si deve parlare questo sicuramente va rispedito ai mittenti che con il solito atteggiamento degli inconcludenti adombrano sugli altri le proprie incapacità con strumentali e infondate considerazioni che denotano inoltre una superficiale se non totale assenza di conoscenza degli aspetti che, in particolare, hanno caratterizzato e stanno caratterizzando l’iter procedurale dell’intervento riguardante l’ex palazzo pace.

E’ bene evidenziare che all’atto della programmazione e pianificazione degli interventi da candidare ai fondi FERS, nell’ambito del finanziamento assentibile, l’importo delle opere, come era naturale che lo fosse, era ad un livello di studio di prefattibilità tecnico-economico e non a livello di progettazione esecutiva, per cui il quadro economico finanziario sarebbe stato soggetto, nei successivi livelli di progettualità, ai conseguenziali aggiornamenti.

Nel caso della struttura del ex palazzo Pace sono intervenuti elementi non prevedibili nella iniziale fase di inserimento nel programma che, solo all’esito dell’affidamento dell’incarico di progettazione ai Professionisti selezionati, sono emersi e che hanno evidenziato uno stato di fatto di un degrado tale che il recupero necessita di interventi ben superiori a quelli preventivati. La mia Amministrazione, dunque, era ben a conoscenza che con l’importo di €. 5,2 milioni non si sarebbe potuto intervenire per il completo restauro del bene patrimoniale e, pertanto, subito avviò una interlocuzione con la Regione Campania per ricercare, congiuntamente, soluzioni alternative. In merito all’Ente comunale venne assicurato dalla struttura Regionale dell’Autorità di gestione FERS che, considerato l’importo superiore ai 5 milioni di €., l’intervento si sarebbe potuto spostare nella successiva programmazione dei fondi strutturali per il settennio 2021-2027.

Si è appreso, poi, che l’importo dei 5 milioni di €. si è reso necessario doverlo spalmare sugli interventi già programmati innanzi citati e ciò per la lievitazione dei costi degli interventi per gli aumenti delle materie prime dovuti alla crisi per le ben note vicende del conflitto ucraino che ha portato anche alla recente rivisitazione del tariffario delle OO.PP. in Campania.

Niente di più infondato dunque di quanto asserito dagli ex Consiglieri con il loro allarmante quanto pretestuoso proclamo, di contro per dare risposte concrete alla fatiscenza e marginalità dell’intero quartiere del centro antico, la mia Amministrazione ha promosso una mirata azione organica di interventi di natura edilizia e socio-economica per garantire sia la sicurezza dei cittadini che una migliore e più incisiva fruizione, nel rispetto dell’identità dei luoghi ed in prospettiva di una rivitalizzazione socio-economica.

Ed invero proprio in questo contesto degradato che l’intervento proposto dalla mia Amministrazione, coerente a quanto delineato dalla linea progettuale dei “Piani Urbani Integrati – M5C2 – Investimento 2.2” nell’ambito del PNRR, è risultato meritevole di approvazione per un importo di circa 7,7 milioni di €. 

Altro che perdita di fondi – conclude l’ex-Sindaco – bisogna amaramente constatare che chi, per anni, si è abbeverato alla fonte della inefficienza, della inerzia e della incapacità, è scivolato nel più profondo disorientamento aggrappandosi a stucchevoli argomentazioni al solo fine di sminuire e disconoscere l’operato di questa Amministrazione, il raggiungimento di impegnativi obiettivi che hanno permesso all’Ente di poter beneficiare di sostanziosi contributi”. E tanto è!

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