
(di Red) – Quello che più preoccupa, in questo tempo di grande confusione ideologica e politica, è la totale carenza di valori e di etica tra moltissimi addetti ai lavori. Una carenza formativa che ingenera ancora più disordine nei rapporti politici tra appartenenti alle più diverse organizzazioni partitiche, movimenti, associazioni e civiche, nell’alveo del confronto politico che dovrebbe estrinsecarsi attraverso un deciso e costruttivo dibattito su idee e progetti da mettere al servizio della comunità cittadina. In questo variegato panorama cittadino molti protagonisti, o presunti tali, si sono avvicendati in ruoli sicuramente importanti, a partire da quello di amministratori, eletti dai cittadini o nominati dalla politica, a quello di funzionari e/o dirigenti al servizio dell’Ente, ed a ben guardare la condizione amministrativa cittadina, fino al giugno 2018, non sembra che questi signori abbiano consegnato alla subentrata amministrazione una città perfetta e decisamente vivibile, tutt’altro, e del resto sotto gli occhi attenti dei cittadini che, proprio per questi motivi, hanno deciso di voltare pagina alle ultime consultazioni elettorali amministrative. Ma quello che appare ancora più bizzarro è il fatto che alcuni personaggi, ben noti agli stabiesi, pur avendo ricoperto incarichi importanti e strategici dal 2013 al 2018, sia sotto l’aspetto politico-amministrativo che sotto quello tecnico di dirigenti e/o funzionari al servizio dell’Ente, i quali dopo aver condotto una velenosa campagna elettorale a favore di un gruppo di civiche di ispirazione di centrosinistra, chiaramente contro la coalizione di Cimmino e di tutto il centrodestra stabiese Lega compresa, oggi avanzino la pretesa di risultare credibili ed affidabili solo perché, durante il loro percorso politico ed elettorale, hanno scoperto di essere rimasti tagliati “fuori dai giochi” e sono convinti che, attraverso la loro illuminata conversione, possano rientrare dalla finestra al fine di continuare ad esercitare quel potere, che tanto gli manca, avendo solo cambiato una semplice casacca. La Democrazia è uno strumento meraviglioso, una grande conquista che i nostri genitori hanno conquistato tra sangue e sofferenze, ed è chiaro che, in virtù di questi valori ed insegnamenti, noi per primi rivendichiamo la libertà di pensiero e di stampa così come è naturale che ogni essere pensante possa cambiare idea politica e pure coalizioni, ma cambiare casacca, ideologia e coalizione ogni due anni sembra un comportamento veramente strumentale e finalizzato evidentemente ad un unico obiettivo: quello di continuare ad orbitare nell’area dove comunque si esercita il potere e la gestione della cosa pubblica. E nel caso la scalata ai vertici della Lega stabiese dovesse andare a buon fine? Ma questi personaggi, hanno provato a chiedersi se al tavolo della coalizione di centrodestra riscontrerebbero quella necessaria considerazione e fiducia, fattori indispensabili, per discutere e confrontarsi con chi quello stesso progetto politico lo ha fortemente avversato ed osteggiato? Infine, è proprio necessario sottolinearlo, chi non conosce neanche gli elementari dettami dei rapporti con la stampa, pretendendo di rispondere ad un presunto articolo pseudo-diffamatorio pubblicato da una testata scrivendo una lettera ad una testata diversa, figuriamoci a parlare di altro, il potere logora chi non ce l’ha, recitava un adagio di un noto politico del passato, e non basta bere un semplice bicchiere d’acqua alla foce del Po’ per diventare, detto fatto, credibili ed affidabili, almeno il coordinatore Tito ci ha messo la faccia nella coalizione vincente in campagna elettorale e questo rappresenta, sicuramente, un biglietto da visita di non poco conto. O no?
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