(Red) – Alcuni giorni fa proprio in occasione della notte di San Lorenzo, che celebra lo spettacolo delle stelle cadenti, il Csx stabiese si è ritrovato a sottoscrivere un documento politico mirante a voler strumentalmente tutelare i fondi del Pnrr in procinto di subire pesanti tagli dal governo Meloni. Una operazione politica in linea con la capacità organizzativa di chi, in queste particolari occasioni, è capace di vendere finanche il ghiaccio al polo nord e che nell’anniversario della scomparsa di Augusto si affida all’onirica visione di una coalizione unita e compatta che, secondo uno spiccato senso di potenza creativa, sarebbe addirittura capace di individuare un candidato Sindaco unitario per le prossime consultazioni elettorali dell’oramai imminente primavera del 2024. Un documento condiviso da ben NOVE formazioni politiche che, per i cittadini stabiesi, dovrebbe e/o potrebbe rappresentare il canovaccio politico di una coalizione compatta, stabile e preparata a governare la città di Castellammare per il prossimo quinquennio. Una bizzarra riproposizione, per quanto inverosimile, di un’opera teatrale di grande successo; vagliato che facendo il verso all’incommensurabile scrittore, poeta, drammaturgo etc, inglese, questo Csx stabiese ripropone in chiave moderna la storia di un “colorito calderone” di partiti e associazioni che si ammassa, suo malgrado, nella “foresta” di una città dove da circa 2 anni vige il regime di sospensione della democrazia. In questo contesto così articolato, considerata la storica “frammentazione personale e politica” esistente tra i convitati, ci ammalia molto l’idea di provare ad immaginare chi tra loro potrebbe assumere il ruolo di Oberon e chi quello del folletto Puck, che come è noto sono gli artefici, rispettivamente, di aver ordinato e versato erroneamente negli occhi di Lisandro il succo del fiore di Cupido, visto che doveva essere versato in quelli di Demetrio, e fantasticare sul tipo di artifizio che saranno in grado di mettere in campo al fine di poter addormentare tutti i contendenti che aspirano a sedere sullo scranno più alto di palazzo Farnese. Chi sarà il predestinato ad interpretare il ruolo di Bottom e veder trasformata la propria testa in quella di un asino, vittima dello scellerato e folle scherzo di un incontenibile, sfrenato, Puck? Ma le annunciate nozze di Teseo con Ippolita saranno mai celebrate? E Piramo cosa fa in questo frangente, considerato che si è “imboscato” nell’attesa si presenti il momento opportuno per poter entrare in scena? La ponderata assenza di Piramo, occultato in questa difficile e travagliata notte, induce a riflettere sul suo imminente ritorno in scena e sulle nefaste conseguenze che potrebbero determinare la sua riconosciuta autorevolezza nello spronare i “Compagni”a prepararsi al nuovo spettacolo da allestire con convinzione e volontà al punto da costringere, gli inconsapevoli spettatori, ad accettarlo senza condizioni. E quando al termine della teatrale trama tutte le cose saranno tornate al loro posto naturale, con tutti i convitati che sicuramente, nel frattempo , si saranno svegliati dal fantasioso oblio, quale sarà la conseguenza reale di un sogno fantasioso destinato a rimanere soltanto un irrealizzabile “Sogno di una notte di mezza estate” realizzato alla luce dell’ ossessivo pensiero della successione al “trono di Augusto” a soli pochi giorni dalla celebrazione dell’anniversario della sua dipartita? E se questo resta solo un “Sogno”, senza possibilità alcuna di poter mai diventare realtà, che razza di Sogno è? Ah, saperlo! 

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