(Red) – Ormai è scontro aperto nella sinistra per la conquista del “posto al sole” in vista delle prossime elezioni amministrative. Un copione già visto, in un recente passato, tra chi invoca le primarie e chi si nasconde dietro la fantomatica esigenza di programmi da condividere per la scelta del candidato Sindaco alle prossime comunali stabiesi. Una discussione tra arzigogoli e sofismi che, a nostro modesto avviso, alla fine puntano a ridurre il tutto ad una scelta da effettuare a tavolino per il classico presto-fatto, o per così dire, al tiepido calore di un “camino” sorseggiando magari la classica grappa tanto cara alla “sinistrorsa intellighenzia”. Per contribuire a capire quanto sta accadendo all’interno di questa, vasta quanto sbriciolata, area politica basterebbe far semplicemente ricorso al supporto della memoria storica su quanto è accaduto nel recente passato, ma per avere le idee ancora più chiare sarebbe consigliabile andare per gradi. Tra i sostenitori più accreditati e favorevoli allo svolgimento delle primarie, al fine di poter consentire di scegliere il nuovo candidato Sindaco agli iscritti ed ai cittadini simpatizzanti, troviamo certamente Nicola Corrado, Andrea Di Martino e la componente che fa riferimento all’ex sindaco Nicola Cuomo che, apprezzando le ultime perfomance verificatesi a livello nazionale con la vittoria della Schlein, invocano il ricorso alle primarie nel tentativo di riavvicinare il centrosinistra alla gente ed, in particolare, recuperare gli scarsi militanti della sinistra ormai stanchi e sfiduciati. Una modalità significativa, quella delle primarie, che consentirebbe di promuovere le proprie idee sullo sviluppo della città e, senza timore alcuno, mobilitare e misurare sulle stesse il consenso popolare. Concetto indubbiamente efficace e difficilmente contestabile. Al contrario, in questo scenario, si pongono in netta contrapposizione i cosiddetti storici lobbysti i quali, propendendo per le scelte calate dall’alto e/o di investiture derivanti dai salotti buoni della “casta Stabiese” innegabilmente impiastricciati in estenuanti trattative politiche che, contrabbandate come contributi di idee, rappresentano esclusivamente solo la reale esigenza di ricoprire un ruolo incisivo, quanto decisivo, nella spartizioni delle solite prebende derivanti dal contorto esercizio del potere. Ed è in questa posizione che ritroviamo il deluchiano Dello Ioio, a seguire l’esperto delle trattative a largo raggio ex-sindaco Vozza, di poi il disinvolto presidente della locale sezione PD Elefante ed infine il giovane, ormai “non più comunista”, Scala che attende da troppi anni di vedere trasformato il proprio ruolo, da scalpitante “ed eterna promessa della politica stabiese”, ad “Unto” designato dal sistema di potere.
Questi sono i personaggi oggi in campo a rappresentare quella componente che, non potendo contare con certezza sul consenso popolare, puntano ad orientare la scelta su di un percorso che preveda le “trattative a tavolino” nella fulgida speranza di vedere prevalere l’uscita del proprio nome dal “confusionario”, capiente e magico cilindro del centrosinistra stabiese. In questa razionale ricostruzione, nello scenario del Csx stabiese, abbiamo contato almeno “sette papabili re” che potrebbero contendersi il diritto ad aspirare al “Trono di Palazzo Farnese” attraverso le primarie cittadine, in uno stato di confusione dovuto agli effetti della combinazione della grappa con il sigaro cubano consumati davanti al “dolce camino”, disorientati e smarriti nella antica quanto reiterata intuizione di voler rilanciare la città. Tra loro c’è chi racconta di voler partire dal porto, chi invece vuole iniziare dal Waterfront, e chi ancora nostalgicamente, senza un inizio ne’ un percorso, confonde il turismo e le vecchie fontane con le antiche caravelle, sicuramente non quelle di Cristoforo Colombo, che possano condurre i cittadini stabiesi alla ricerca della “nuova terra “. In questo clima avvolto dal denso fumo del “Cohiba”, ci accingiamo ad aspettare il predestinato “Cesare “ scelto dai “nuovi sinistrati” che si propongono alla guida della città. Il tutto nella speranza che, nel corso dei probabili complotti di palazzo ai quali ci hanno da tempo abituati, non prevalga l’imponderabile comparsa del “Bruto” di turno a rimescolare le “smisurate ambizioni” in questo articolato e complesso gioco per il potere!

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