(Redazione) – Un nuovo rinvio si profila all’orizzonte per il procedimento, promosso dal Ministero dell’Interno rappresentato dall’Avvocatura distrettuale dello Stato, davanti alla I^ sezione del Tribunale di Torre Annunziata riunito in seduta collegiale e presieduto dalla dottoressa Lopiano. Un procedimento volto ad accertare l’incandidabilità di 14 ex amministratori stabiesi nella semplice qualità di “legittimati passivi della procedura”, in quanto esplicitamente citati nella relazione commissariale, e non  perché siano indicati a loro carico responsabilità dirette su specifici atti amministrativi prodotti, o favoriti, nella direzione di avvantaggiare la camorra e/o società ad essa collegate. Già nell’udienza flash del 5 luglio scorso, alla luce della mancata notifica del decreto di comparizione ad un ex assessore, l’Avvocatura Distrettuale dello Stato, chiese il rinvio dell’udienza  per la mancata notifica dell’atto e quindi per la rinnovazione stessa. Il Collegio giudicante, accogliendo la richiesta, rinviò l’udienza al giorno 11 di ottobre alle ore 13.00, salvo diversa calendarizzazione oraria. Secondo quanto filtrato dalle ermetiche disposizioni del Tribunale, anche gli ulteriori tentativi esperiti, per notificare gli atti del procedimento all’ormai “irreperibile” ex assessore, non sarebbero andati a buon fine in quanto lo stesso, al tentativo di recapito dell’atto da parte dell’ufficiale postale, sarebbe comunque risultato ancora introvabile all’indirizzo di residenza risultante dalla certificazione rilasciata dal comune interessato, evidentemente residenza estiva. Una vicenda che per certi versi è paradossale, quasi ai limiti dell’inverosimile in quanto, ad un tratto, nel nostro Paese tutto diventa difficile e complicato, persino una semplice notifica di un atto giudiziario quando tutti, e ribadiamo proprio tutti nella comunità stabiese, sono a conoscenza del domicilio dove l’ex assessore svolge quotidianamente la sua vita normale con la propria famiglia. Eppure, si tratta di professionista, tra l’altro, molto ben conosciuto  in città. A questo punto, una domanda sorge spontanea sulla scelta della procedura di notifica adottata dall’Avvocatura dello Stato: Ma come mai l’avvocatura, nel caso di specie, ha continuato a perseverare  tentando di notificare gli atti a mezzo del servizio postale  e non a “mani proprie”, così come recita il cpc, a mezzo Ufficiale Giudiziario del luogo di residenza e/o domicilio del soggetto destinatario dell’atto?

Una domanda a cui forse potranno rispondere solo gli esperti mentre, al contrario, noi poveri derelitti al servizio dell’informazione, ci limitiamo solo a raccontare i fatti ed a porre legittimi quesiti agli addetti ai lavori nella speranza che possano chiarire i nostri dubbi.

Ad ogni modo, e preso atto che nelle sterili motivazioni addotte, nella richiesta di incandidabilità per i 14 ex-amministratori stabiesi, non sussistono precisi e/o gravi addebiti di menzioni di specifiche condotte, che ad essi potrebbero essere eventualmente attribuire in quanto rivelatrici della permeabilità dell’amministrazione locale alle influenze inquinanti delle “consorterie criminali”, si evidenzia che un ennesimo rinvio dell’udienza potrebbe dar luogo ad immaginare che l’Avvocatura sia orientata a voler rimandare alle calende greche il giudizio al fine di arrivare lunghi e dopo la sentenza del Tar Lazio sul ricorso presentato da Cimmino più altri. E’ lapalissiano che, lungo questo disarticolato percorso, avendo accusato l’ex-Sindaco anche di omesso controllo in merito alla mancata applicazione del principio di rotazione dei Dirigenti, gli “inquirenti”potrebbero aver scoperto “l’acqua calda” costretti a dover constatare che, questa precisa responsabilità, rientra esclusivamente nelle funzioni e compiti del Segretario Generale dell’Ente che è tenuto, anche sulla scorta delle valutazioni dell’OIV, a garantire il rispetto e l’applicazione di quanto previsto e regolamentato dal Piano Nazionale Anticorruzione (La rotazione c.d. “ordinaria” del personale all’interno delle pubbliche amministrazioni, nelle aree a più elevato rischio di corruzione, è una delle misure organizzative generali che le Amministrazioni hanno a disposizione in materia di prevenzione della corruzione. É stata introdotta dall’art. 1, co. 5, lett. b) della l. 190/2012 con il fine di limitare il consolidarsi di relazioni che possano alimentare dinamiche improprie nella gestione amministrativa, conseguenti alla permanenza nel tempo di determinati dipendenti nel medesimo ruolo o funzione.  La ratio alla base della norma è quella di evitare che un soggetto sfrutti una posizione di potere o una conoscenza acquisita per ottenere un vantaggio illecito Cit.). A questo punto non è chiaro il motivo, né tantomeno comprensibile, se questo è uno dei presupposti fondamentali che hanno portato allo scioglimento dell’assise stabiese, rilevato che l’amministrazione Cimmino aveva provveduto ad adottare un piano anticorruzione molto più rigido, pertanto un piano che la segreteria comunale era tenuta a far rigorosamente rispettare; nasce spontanea la domanda sul motivo per il quale nessun tipo di provvedimento sia stato adottato nei riguardi di questa figura apicale dell’Ente e nettanpoco la ragione, ancora sconosciuta, per la quale non sia stata intrapresa alcuna azione, amministrativa e/o giudiziaria, a carico dei dirigenti e dei funzionari, oggi ancora tutti in servizio ed, infaticabilmente, impegnati nell’attività lavorativa in stretta e fattiva collaborazione con la triade commissariale prefettizia? Ed infine, se si aggiunge che, tra i motivi addotti a sostegno dell’incandidabilità, l’avvocatura ed il ministero dell’Interno, come anche la Procura della Repubblica oplontina, sottolineano l’assenza del rispetto del “principio di rotazione” negli appalti affidati dall’Ente, il cui controllo e’ anch’esso di esclusiva competenza del Segretario Generale dell’Ente, anche su tale mancanza lo stesso Segretario Generale non risulta minimamente destinatario di alcun provvedimento ex art 143 del Tuel, tanto significa che le nostre domande, e le nostre osservazioni, appaiono ancora più pertinenti a sollecitare i lettori, e soprattutto gli organi deputati per competenza, a dare risposte esaustive. Risposte che il popolo stabiese, il quale ha liberamente scelto i propri amministratori, ha il sacrosanto diritto di ricevere. O no?

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