(Red) – Nell’attesa della tanto agognata decisione del Tar Lazio di Roma che, sulla scorta dei numerosissimi elementi emersi nella conclusionale difensiva del collegio di difesa dei ricorrenti nell’udienza del 21 dicembre 2022 davanti al Presidente della I^ sezione, dovrebbe decidere sul misero contenuto della scarna quanto carente relazioncina (appena 52 paginette redatte in perfetto stile P.G.) priva dei necessari allegati a supporto, indispensabili per una corretta quanto trasparente comprensione dei presumibili fatti addebitati ai 14+1; il mondo politico che opera nella città ex delle acquesta vivendo un tempo di inevitabile confusione in virtù dello sterile “eccesso di protagonismo”, messo in campo in cerca di massima visibilità, da alcuni personaggi privi sia di storia che di progettualità politica da offrire alla comunità stabiese. Infatti, dopo una transumanza di notevoli proporzioni che si è consumata con l’approdo, tra l’altro, di una cospicua fetta di ex Forzisti tra le fila di Azione di Calenda e, di conseguenza, nella federazione dei centristi guidata da Renzi, si vocifera, secondo “Radio Marciapiede”, che questa federazione sembrerebbe affetta, pervasa da divisioni, nonché di contrasti interni per nulla trascurabili, avendo preso coscienza che l’immaginifico sogno cullato da tempo, di guidare una coalizione di Csx con il proprio candidato sindaco, sembrerebbe sfumato alla luce “della pesante involuzione politica del PD”, nata a seguito della vittoria di Elly Schlein, che è letteralmente tornato ai tempi antecedenti la svolta della “Bolognina” e pertanto indietro di circa un trentennio. In conseguenza di ciò, e nella sterile contrapposizione tra l’immarcescibile Pannullo con il “neo-Calendiano” Ungaro che ha animato i primi mesi del 2023 attraverso incontri pre-elettorali del “terzo tipo”, si è giocato un derby tutto nella federazione Renzi-Calenda,  ed è così nei fatti venuta meno la possibilità di realizzare questo smisurato sogno, in sinergia con le incommensurabili ambizioni di questi ultimi due figuranti citati in epigrafe, considerato il nuovo “arcobaleno” apparso nello scenario politico subito dopo l’elezione del nuovo segretario del PD nazionale. Premesso che, nel precedente scenario, nessuno dei due aveva valutato la strategica importanza del curriculum dell’ex deputato Catello Vitiello, ormai politico navigato che sin dalla prima ora aveva aderito alla formazione Renziana, emerge il dato più preoccupante, per un addetto ai lavori, ossia quello di aver anche seriamente sottovalutato il vero motivo che aveva indotto Andrea Di Martino, indiscusso Rè della transumanza stabiese, ad abbandonare per tempo, e anzitempo, la formazione di Italia Viva. Per avere le idee più chiare, oggi basterebbe solo pensare che i “Calendiani”, avendo percepito la reale evoluzione politica sopravvenuta che antepone accordi sistematici del PD con la Sinistra e Grillini, hanno accelerato la corsa a chiudere il patto del classico “fazzoletto stabiese”(o maccaturo che dir si voglia), chiudendo di fatto un accordo con il presunto candidato sindaco in pectore del PD, Roberto Elefante, al solo fine di non rimanere emarginati ed isolati in uno scenario sicuramente poco gratificante e,indubbiamente, penalizzante per le proprie aspirazioni e per la propria casacca di appartenenza.     

Occorre d’altronde annotare che dopo la scivolata del Tar Lazio di Roma, sentenza in “leggero” ritardo da circa tre mesi dalla celebrazione dell’udienza conclusiva, iniziano ad affiorare i nomi di quelli che, per spessore politico e per storia personale e capacità amministrativa, potrebbero verosimilmente affrontarsi per la conquista dello scranno più alto di Palazzo Farnese alle prossime consultazioni elettorali. A tal proposito infatti, ieri mattina il quotidiano cittadino, Metropolis, ha riportato un’intervista con almeno tre dei probabili veri protagonisti della prossima tornata delle comunali, tra questi Gaetano Cimmino ex-Sindaco uscente, Di Martino ex-assessore al Patrimonio comunale (giunta Pannullo) e l’ex-sindaco Salvatore Vozza. Gaetano Cimmino, ultimo Sindaco della città prima della sospensione della “Democrazia”, in relazione all’accordo sottoscritto dal Direttore del Parco Archeologico di Pompei, Gabriel Zuchtriegel, e il Direttore del Mann di Napoli, Paolo Giulierini, ha detto: “Fondamentale è il rilancio dei siti culturali stabiesi, così come affermato dal Direttore del Parco Archeologico di Pompei, che ringrazio per l’interesse costante che manifesta per i prestigiosi tesori di Stabiae. Intanto la nostra Amministrazione ha recuperato oltre 80 milioni per disegnare il nuovo sviluppo della città. Basterebbe mettere a frutto quel lavoro per delineare lo scenario di una città profondamente rinnovata e aperta verso nuovi orizzonti. Una città che era rimasta ferma per oltre trent’anni e che soltanto nell’ultimo quadriennio ha recuperato terreno, iniziando ad intravedere nuova luce all’orizzonte. Con i fondi del Pnrr  e del contratto Istituzionale di Sviluppo che abbiamo intercettato  – ha continuato Cimmino – ci sono ben 12 milioni di Euro per la riqualificazione delle Antiche Terme, in attesa che anche la Regione batta un colpo soprattutto per le concessioni delle acque (ndr delle sorgenti di propria competenza) e per i trasporti, vista la condizione attuale dei treni della Circumvesuviana e il totale disinteresse per Castellammare, dato che le stazioni vengono chiuse (soppresse) e delle opere complementari non esiste nessuna traccia. Con i progetti dell’Amministrazione di Cdx, abbiamo recuperato inoltre anche 7,8 milioni di euro per il Centro Storico e ulteriori fondi per i Centri Sportivi, per le Scuole e per la Cultura, a partire dalla Reggia che finalmente ospiterà il Museo Civico”, ha così concluso Cimmino.

A ruota l’opinione dell’ex assessore della giunta Pannullo che a tal proposito, e al netto degli stantii panegirici e luoghi comuni diventati ormai consuetudine, ha detto: “Per recuperare e valorizzare il patrimonio culturale, del sito di Varano, bisogna effettuare una bonifica del territorio abbattendo gli edifici degli abusivi nei pressi degli scavi, solo così – ha rimarcato Di Martino – questo creerebbe la volontà di portare alla luce nuovi monumenti”.

Appare molto bizzarro che, questo politico che ha ricoperto ruoli apicali sul piano amministrativo locale e nazionale, possa raccontare il suo legittimo punto di vista con il linguaggio di chi, agli occhi dei cittadini spesso distratti, non abbia mai varcato la soglia di Palazzo Farnese rivestendo incarichi di responsabilità nella gestione della cosa pubblica, considerato che il provvedimento per gli “abbattimenti” di Varano, a cui fa riferimento, esiste con un’ordinanza Prefettizia sin dagli albori del 2010.

Infine, a margine dell’articolo, il giornalista di Metropolis ha chiesto il parere anche all’ex-sindaco Vozza (dal maggio 2005 a febbraio 2010 sindaco della città) che, scoprendo “l’acqua calda”, ha esclamato: “Innanzitutto per lo sviluppo della città occorre utilizzare tutti i fondi che ci sono già a disposizione e quindi realizzare le opere. Castellammare inoltre, va inserita meglio nel circuito del Parco Archeologico di Pompei, occupando una posizione di maggior rilievo per l’immensità del suo patrimonio”. Forse la memoria dell’ex-sindaco Vozza è diventata nel tempo talmente corta, proprio in riferimento a quanto suindicato, al punto da “oscurare” un dato importantissimo che deriva dal fatto che Castellammare risulta essere stata “espulsa” dal circuito turistico-culturale della regione Campania da una decisione assunta dall’allora Presidente Bassolino (ndr si badi che Anna Maria Carloni, moglie di Bassolino, era assessore in giunta a Castellammare nominata dallo stesso Vozza) proprio durante l’espletamento del suo mandato sindacale e, mentre oggi da semplice cittadino chiede che Castellammare sia destinata ad occupare una posizione di maggior rilievo considerata l’immensità del suo Patrimonio culturale nel circuito del Parco di Pompei, non ci è dato di ricordare alcun intervento sul tema dell’esclusione dal circuito turistico-culturale regionale quando rivestiva il ruolo di 1° cittadino della città. A questo punto nasce spontanea la domanda: Come mai questa totale inversione di rotta dopo circa tre lustri, forse perché riaffiorano nuove, represse e mitigate ambizioni? Ah, saperlo!     

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